Il prototipo Fiat Centoventi, mostrato a Ginevra nel 2019, è solo l’ultimo tassello di una storia che vede protagoniste la Fiat e la propulsione elettrica. Un prototipo che non è soltanto uno strumento di marketing, ma soprattutto un laboratorio per sperimentare estetica, design e ingegneria, anticipando la visione di un marchio sui futuri scenari della mobilità. La Fiat Centoventi raffigura il trasporto di domani secondo il marchio torinese: elettrico, accessibile a tutti, democratico e personalizzabile. Il capitolo finale di una storia che nasce da lontano, all’inizio degli anni ’70, e che si è evoluta attraverso vari modelli che hanno modificato man mano l’aspetto tecnico pur mantenendo gli stilemi fondamentali della storia della Fiat.
Elaborazione testi e ricerca fotografica: Buonocunto Mario
1972 FIAT X1/23
Nel 1972, in occasione del Salone di Torino, la casa italiana presenta la X1/23, concept che venne definita come uno “studio di forma per vettura da città”, con un design avveniristico elaborato dal Centro Stile Fiat, firmato da Gian Paolo Boano. Ebbene, sotto quelle forme un po' inusuali si nascondeva un motore elettrico.
Questo esercizio progettuale si caratterizza per un corpo vettura monovolume dalle linee quasi ad uovo e dai paraurti pronunciati.
1972 FIAT X1/23
Un piccolo propulsore a corrente continua da 13,5 CV, alimentato da batterie al nichel-zinco installate nel posteriore, con il compito di muovere le ruote anteriori. La velocità massima di questa piccola Fiat era di poco superiore ai 70 Km/h, autonomia di una sessantina di km.
1972 FIAT X1/23
La caratteristica più sorprendente per allora erano le batterie capaci di ricaricarsi durante la frenata. Batterie che erano alloggiate nella parte posteriore e pesavano non poco, 166 kg, mentre la macchina aveva un peso totale di 820 kg.
1972 FIAT X1/23
Il prototipo Fiat X1/23 fu accantonato nonostante nello stesso anno fosse stata presentata la versione quasi definitiva chiamata semplicemente City Car, con una colorazione grigia metallizzata e una carrozzeria leggermente rivisitata.
1993 FIAT DOWNTOWN
Svelata al Salone di Ginevra del 1993, la Downtown riporta l’attenzione sul concetto di vettura urbana in casa Fiat.
Elettrica, compattissima e a tre posti. Cosa c’è di più attuale della Fiat Downtown? L’affascinante prototipo è stato disegnato da Chris Bangle nel 1993 che ha ripreso, con le dovute modifiche, gli stessi principi ispiratori per realizzare ben 24 anni dopo la concept Reds.
La Fiat Downtown, oggi parte della collezione del Mauto di Torino, ha telaio in alluminio e scocche in plastica per un peso piuma di 700 chilogrammi a vuoto.
1993 FIAT DOWNTOWN - Photo Credit: ArchivioPrototipi.it
La citycar, lunga appena 2,5 metri, era spinta da due motori elettrici integrati nelle ruote da 9,5 cavalli ciascuno e alimentati da un pacco batterie allo zolfo sodio montate posteriormente. La vettura poteva raggiungere i 100 chilometri orari di velocità massima per un’autonomia di 300 chilometri.
1993 FIAT DOWNTOWN - Photo Credit: ArchivioPrototipi.it
Per la realizzazione degli interni Bangle si è ispirato alle piramidi: posizionati in alto sopra il motore si trovano i due posti dei passeggeri, mentre quello per il guidatore è centrale e spostato in avanti.
1995 FIAT ZIC (in collaborazione con CNR e IED)
Il progetto ZIC (acronimo di Zero Impact Car) vede il coinvolgimento del Consiglio Nazionale Ricerche, del Centro Ricerche Fiat, del Centro Stile Fiat e dello IED Milano, oltre a prestigiosi Atenei italiani. Il cuore di questo studio automobilistico è l’ecologia: la struttura del pianale trae ispirazione dalla nervatura di una foglia e diventa l’elemento semantico principale per comunicare l’identità del nuovo mezzo.
1995 FIAT ZIC
La ZIC è dotata di un'intelligente «spina dorsale» centrale per ospitare gli accumulatori, senza ulteriore spreco di spazio. Il vano posteriore è quindi libero e può ospitare due persone, mentre la struttura centrale fornisce anche supporto per i sedili in magnesio.
E se la costruzione in alluminio più plastica fa risparmiare peso, la forma della parte posteriore, tutto fuorché un espediente, mira a ridurre il volume della cabina non necessario per migliorare l'efficienza climatica.
1995 FIAT ZIC
Una colonna centrale simile sarà adottata sulla produzione Seicento Elettra Il motore elettrico, montato a sbalzo sul telaio posteriore, non produce vibrazioni e rumori, a tutto vantaggio del comfort per i viaggiatori.
Fiat ZIC viene presentata nel 1995, dopo soli 24 mesi di ricerca e sviluppo, grazie all’ampio utilizzo di strumenti informatici.
1996 FIAT VANZIC e ZICSTER
Dalla Zic derivano i modelli VanZIC e ZICster (il cui stile è supervisionato dal designer Roberto Giolito, come avvenuto per la progenitrice).
La VanZIC è una monovolume per uso prevalentemente urbano, azionata da un propulsore elettrico coadiuvato da un motogeneratore termico (un motore 4 tempi di 350 cc) in grado di produrre direttamente a bordo del veicolo una parte dell'energia elettrica necessaria alla trazione, a integrazione di quella immagazzinata nel sistema di accumulo, in modo da aumentare l'autonomia operativa del veicolo fino a 200 km continuativi, con un consumo medio di benzina di 4,3 litri per 100 km.
1995 FIAT VANZIC
La seconda invece, la ZICster (da Zic + Spider = Zicster), è una spider con alimentazione puramente elettrica. La ZICster fu presentata per la prima volta al Salone di Ginevra del 1996. Sviluppata dal Centro Ricerche Fiat, dal Centro Stile Fiat e dal CNR, la vettura presenta un telaio in alluminio a cui sono fissati pannelli sandwhich in polimero composito.
Questo riduce il peso e aumenta la rigidità, infatti la ZICster pesa solo 850 kg comprese tutte le batterie.
1995 FIAT ZICSTER
Il motore è un'unità CA da 21,5 kW con 128 Nm di coppia, che offre all'auto una velocità massima di 100 km/h ed un'autonomia di 230 km a 50 km/h costanti. Nell'uso urbano l'autonomia diventa 170 km.
2008 FIAT PHYLLA
A partire da una commessa della Regione Piemonte, si viene a formare un pool di atenei e aziende che comprende Camera di Commercio Torino, Centro Ricerche Fiat, Politecnico di Torino, IAAD e IED, oltre a numerosi partner tecnici. La finalità prevede la realizzazione di un veicolo concepito per l’uso urbano e alimentato con energie alternative.
Phylla (dal greco “foglia”) nasce quindi nel 2008 come city car con layout 2+2 e dimensioni contenute: 2995mm x 1618mm x 1500mm. La peculiarità di questo prototipo è data dall’architettura split-frame, in cui la cella dell’abitacolo è separata dal telaio (in alluminio).
2008 FIAT PHYLLA
Il disegno della vettura (coordinato da Pietro Camardella) richiama lo stile architettonico di Zaha Hadid e la struttura delle cellule vegetali. Ciò ha permesso di implementare nel corpo di Phylla numerosi pannelli solari, capaci di garantire, in modo esclusivo, fino a 18 km di movimentazione al giorno.
In caso di ricarica di energia delle batterie che alimentano il motore elettrico (parimenti integrati nel telaio), al contrario, il raggio d’azione sale notevolmente. In particolare, le batterie agli ioni di litio forniscono 145 km di autonomia, quelle ai polimeri di litio 220 km. La ricarica avviene in 4-5 ore.
2008 FIAT PHYLLA
Il peso complessivo è di 750 kg, di cui 150 solo per le batterie. Le prestazioni vedono uno scatto da 0 a 50 km/h in 6 secondi e una velocità massima di 130 km/h, anche grazie al Cx pari a 0.28. La potenza di picco del propulsore elettrico è di ben 54 kW (aiutato dalle celle fotovoltaiche da 0,34 kW e dall’impianto fuel cell da 1 kW).
La buona guidabilità è garantita dalla trazione integrale. C’è anche il sistema di frenata con recupero d’energia per estendere l’autonomia. Lo spazio a bordo è tale da garantire, oltre alle sedute per guidatore e passeggeri, un bagagliaio di 142 litri, estendibile fino a 584. L’interno ospita materiali plastici e bio-materiali, caratterizzati da leggerezza e semplicità formale.
2010 FIAT MIO/FCC III
Presentata alla rassegna di San Paolo nel 2010, questa concept car è la prima auto in cui il processo creativo ha coinvolto la partecipazione di persone esterne all’azienda e al tradizionale centro stile. Il principio alla base del percorso di sviluppo del prototipo segue il concetto di ‘innovazione aperta‘.
2010 FIAT MIO/FCC III
Grazie alle licenze Creative Commons, infatti, Mio è la sintesi del contributo di 11.000 idee, elaborate da 17.000 designer, provenienti da 160 nazioni. Tutto questo materiale (raccolto su un dominio web specifico) è a disposizione di chiunque: dai semplici utenti, agli ingegneri, fino ad altre case automobilistiche. L’operazione di Fiat ha dunque una forte valenza culturale, trasformando la figura dei progettisti e la stessa filiera per la genesi di una vettura.
2010 FIAT MIO/FCC III
Il risultato finale è un’automobile a vocazione cittadina (dimensioni 2500mm x 1560mm x 1530mm), a due posti ‘secchi’. Il layout di Fiat Mio prevede quattro motori elettrici incorporati nelle ruote carenate, liberando spazio per gli occupanti. Lo stile, di cui Peter Fassbender ha tracciato le linee guida, risente di una forte influenza da parte del product design. Gli interni combinano materiali ecologici con forme morbide.
Largo spazio è dato alla tecnologia: la plancia minimalista e ‘fluttuante’ dispone di funzione touch screen, computer di bordo e infotainment. C’è anche l’head-up display per avere sotto controllo tutti i parametri di navigazione. Non manca anche la configurazione per la guida autonoma.
2019 FIAT CONCEPT CENTOVENTI
Alla fine di questo percorso, la Fiat Centoventi è la coerente evoluzione di questa continua ricerca portata avanti dal Lingotto. La Fiat Concept Centoventi è fondamentalmente una “tela bianca” pronta per essere dipinta secondo i gusti e le esigenze del cliente in un qualsiasi periodo della sua vita o della giornata, senza alcun vincolo di personalizzazione legato allo specifico momento dell’acquisto.
2019 FIAT CONCEPT CENTOVENTI
Presentata al Salone Internazionale di Ginevra del 2019, la Fiat Concept Centoventi esprime perfettamente la vision del marchio italiano su come sarà la mobilità elettrica di massa nel prossimo futuro, una previsione autorevole e democratica, nata da 120 anni di storia ed esperienza sul campo - da cui il nome del prototipo - che saprà, come da tradizione, staccarsi dal coro per andare oltre.
Fiat Concept Centoventi è fondamentalmente una “tela bianca” pronta per essere dipinta secondo i gusti e le esigenze del cliente in un qualsiasi periodo della sua vita o della giornata, senza alcun vincolo di personalizzazione legato allo specifico momento dell’acquisto.
2019 FIAT CONCEPT CENTOVENTI
Sarà infatti prodotta in una sola livrea che, attraverso il programma “4U”, potrà essere personalizzata scegliendo tra 4 tettucci, 4 paraurti, 4 copriruota e 4 pellicole esterne. Alla stregua dei moderni device, il veicolo è aggiornabile con la massima libertà e fantasia nei colori, nella configurazione degli interni, nella configurazione del tetto, nel sistema di infotainment e perfino nel range di autonomia garantito dalle batterie. Il tutto reso ancora più rivoluzionario dalla presenza al lancio di 120 accessori aggiuntivi che daranno vita ad un vero e proprio nuovo modello di business.
Modulabile, ampio e luminoso sono le parole che meglio descrivono l’abitacolo della Fiat Concept Centoventi che è totalmente rigonfigurabile e può ospitare fino a quattro persone. Basta salire a bordo per rendersi conto che è stato progettato intorno all’uomo e al suo modo di rapportarsi con il mondo di oggi.
2019 FIAT CONCEPT CENTOVENTI
La libertà di personalizzazione è evidente anche nell’alimentazione elettrica che anima Fiat Concept Centoventi. Si tratta infatti di un set di batterie modulari che assicurano la massima flessibilità di gestione. Di serie, la vettura propone una batteria – montata in stabilimento – con un’autonomia di 100 km.
Ma se occorresse una maggiore autonomia, è possibile acquistare o noleggiare fino a 3 batterie addizionali, con incrementi di 100 km ciascuna. Le batterie addizionali sono installate sotto il pavimento presso la rete di assistenza. Ciò che rende l'operazione di installazione o rimozione delle batterie aggiuntive particolarmente facile e veloce è la presenza di un binario scorrevole che sostiene e collega le batterie.