Una sagoma filante ed abbastanza semplice, ma non per questo banale, strizza l’occhio alla “regina” del segmento, la Mazda MX-5, pur differenziandosi dalla spider giapponese grazie a particolari stilistici decisamente personali.
A partire dal frontale, bombato e rotondo con al centro la griglia copriradiatore sdoppiata tipica di Pontiac.
I gruppi ottici si inseriscono praticamente sopra i parafanghi anteriori, mentre ai lati del frontale, in basso, due elementi circolari leggermente incassati integrano fendinebbia ed indicatori di direzione.
La fiancata si conferma semplice ed aerodinamica enfatizzando, grazie alla linea di cintura piuttosto alta, la sensazione di stabilità e grinta suscitata dalla sagoma della Solstice.
Lo stesso dicasi per il posteriore, movimentato da due “gobbe” che accompagnano l’andamento del roll-bar subito dietro i due sedili, mentre la fanaleria riprende lo stile dei fari anteriori.
Una silhouette che sembra disegnata con un unico colpo di pennello, tanta è la semplicità e l’efficacia con cui la Pontiac Solstice trasuda sportività, senza l’ausilio di pacchiani orpelli aerodinamici.
Il pianale GM Hydroformed in acciaio, lo stesso che darà i natali alla nuova Opel Speedster, viene equipaggiato con un quattro cilindri Ecotec di 2.4 litri, erogante una potenza massima di 177 cavalli ed una coppia di 225 Nm a 4.800 giri.
La testata è a sedici valvole, mentre il cambio manuale Aisin (o un automatico a scelta) trasmette il moto all’assale posteriore.
Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: Pontiac