Se la Chevrolet Corvette C8 presentata nel 2020 può ritenersi, a ragione, rivoluzionaria per il suo layout a motore centrale, la miriade di prototipi che hanno accompagnato la vita della supersportiva americana non sono stati meno interessanti e stupefacenti. Tra i tanti progetti, diversissimi per stile o motorizzazione ne spicca uno che, pur non avendo mai nessuna chance di poter andare in produzione, ha segnato una fase tecnologicamente interessante per la General Motors.
Progettata dal GM's Experimental Studio, la Chevrolet Corvette XP-897 GT Two Rotor fu costruita in soli 6 mesi su un telaio Porsche 914 modificato. La vettura montava un motore rotativo Wankel da 180 cavalli preso in prestito dalla NSU. I numerosi tentativi di posizionare il motore in posizione centrale erano sempre stati osteggiati dalla dirigenza GM, vuoi perché la Corvette a motore anteriore vendeva benissimo e vuoi perché i vari prototipi avevano dato numerosi problemi, il più delle volte dovuti all’eccessivo carico dato dal poderoso V8 agli elementi del cambio e della sospensione posteriore. La soluzione fu trovata nel motore Wankel.
Grazie alle dimensioni compatte ed al minor peso, i progettisti potevano costruire un'auto più piccola con più spazio all'interno. Inoltre poiché i componenti erano notevolmente inferiori rispetto a quelli utilizzati in un motore tradizionale, i costi di produzione sarebbero teoricamente inferiori.
La General Motors affidò il compito al team di styling, guidato da Kip Wasenko. Come detto, per iniziare si usò come base il telaio modificato di una Porsche 914. La General Motors si occupò delle sospensioni, dello sterzo e dell’installazione del "Rotary Combustion Engine" ( RCE ), ma a causa dei vincoli di spazio, tempo e manodopera, la costruzione della carrozzeria fu subappaltata alla Pininfarina.
Un team di supervisione dello Styling GM ha seguito il telaio a Torino per collaborare al processo di design. Quando ebbero finito, le linee eleganti della nuova coupé erano sbalorditive. Tante le innovazioni, come i fari quadrupli mai visti prima su un'automobile di produzione statunitense, i tergicristalli nascosti e le portiere che coprivano i montanti anteriori in modo da ottimizzare l'aerodinamica e ridurre al minimo i fruscii.
La XP-897 GT ormai completa perse la sua denominazione alfanumerica e fu chiamata semplicemente "Corvette Two Rotor". Con una splendente vernice Candy Apple Red, ruote dorate ed interni in pelle, l'auto fece il suo debutto al Salone dell'Auto di Francoforte del 1973, ma nonostante la calorosa accoglienza data da riviste e pubblico, l'auto non è mai andata oltre la fase di concept.
Molti i fattori che hanno contribuito al suo abbandono. Anche se molto leggera, la XP-897 GT montava un motore rotativo che produceva solo 180 CV, troppo poco per un pubblico americano abituato ai V-8 da 300 e 400 CV. Inoltre il minuscolo motore rotativo si era dimostrato molto più inquinante e meno efficiente in termini di consumo rispetto ai motori normali. Per GM soddisfare i nuovi standard federali in tema di inquinamento voleva dire investire molti più soldi di quelli previsti.
Dopo una serie di partecipazioni a saloni e fiere la “carriera” della XP-897 GT si concluse . A quel punto, il motore fu rimosso e restituito alla NSU in Germania, che possedeva la licenza esclusiva per la produzione e l’auto, come generalmente accadeva con le concept car doveva essere distrutta. Per fortuna, la XP-897 venne risparmiata grazie ad una stranezza della legge sulle importazioni degli Stati Uniti. Poiché l'auto era stata elencata come "importazione temporanea" essendo arrivata dall’Italia, la General Motors non poteva distruggerla senza prima pagare le tasse sull'importazione.
Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: Chevrolet