Con l'obiettivo di rimanere ai vertici del mercato delle vetture statunitensi, la AMC aveva presentato presso il Chicago Autoshow del 1969 il prototipo ad alte prestazioni AMX/2. L'auto ricevette una buona accoglienza dagli addetti ai lavori, cosi si decise la creazione di una vettura ancora più sviluppata denominata AMX/3.
La costruzione della vettura venne affidata all'ingegnere italiano Giotto Bizzarrini, il quale realizzò un sistema di sospensioni indipendenti ed abbinò al propulsore V8 da 340 cv un cambio manuale a cinque marce.
Per contenere il peso, si decise di realizzare un telaio a trave centrale con una monoscocca saldata su di esso, pertanto definito "semi-monoscocca", e su di esso fu montata una carrozzeria realizzate in fibra di vetro.
La vettura venne presentata a Roma nel 1970 a pochi giornalisti selezionati, e poi a Chicago e l'impressione che fece fu ottima. Oltre al primo modello ne fu commissionata la costruzione di altri 5 di pre-serie.
Purtroppo la crisi economica che aveva colpito la società unita alle nuove leggi antiinquinamento USA, fecero naufragare la produzione in serie della vettura, nonostante fosse anche stato proposto allo stesso Bizzarrini di completare la costruzione di almeno trenta esemplari.
Anche se inizialmente AMC aveva ordinato di distruggere tutte le auto completate, Bizzarrini per fortuna ha rifiutato. La leggenda vuole che Richard Teague, il designer della AMX/3, ne abbia acquistati quattro.
Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: American Motors