Giovanni Michelotti è stato probabilmente uno dei più prolifici designer automobilistici (una stima redatta dal figlio Edgargo che cura l'Archivio Storico Michelotti parla di oltre 1200 vetture!), ma soprattutto è stato uno dei primi esempi di designer freelance, non volendosi legare a nessun costruttore e/o carrozziere ed esprimere così, in assuluta libertà, il suo genio creativo. Un anneddoto racconta che all’inizio degli anni Cinquanta ha rifiutato l’offerta di diventare direttore del Centro Stile General Motors a Detroit (contratto in bianco) per mantenere la propria libertà espressiva. Libertà espressa in modo decisamente prolifico al Salone di Torino del 1954 dove ben 40 anteprime mondiali erano opera del suo estro.
In anni dove non esisteva alcun aiuto tecnologico e lo stilista aveva a disposizione solo matite, tempere e qualche righello, le vetture che ha lasciato in eredità esaltano la dimensione artistica del personaggio. Il talento, la dedizione al lavoro e la velocità di esecuzione dei progetti: erano questi i punti di forza di Giovanni Michelotti. Si racconta che dopo un briefing con dei cliente li abbia invitati ad andare a prendersi un caffè al bar più vicino e che al loro ritorno avesse già pronto uno schizzo della vettura richiesta. Probabilmente solo il suo carattere schivo gli ha impedito di ricevere all'epoca i riconoscimenti che avrebbe meritato ma che, col passare degli anni e con l'affermazione del ruolo del designer, gli sono stati meritatamente attribuiti.
Giovanni Michelotti al lavoro
Senza alcuna pretesa di completezza (una missione quasi impossibile vista la mole di modelli realizzati), presentiamo solo una panoramica di alcune delle realizzazioni di Giovanni Michelotti, guidata esclusivamente da una preferenza personale. (NdR)
Giovanni Michelotti nasce il 6 ottobre 1921 a Torino e a soli 15 anni trova lavoro come garzone presso gli Stabilimenti Farina come apprendista aiutante nel dipartimento di design. Dopo essere uscito indenne dalla guerra entra a far parte della bottega di Serafino Allemano. Ma già dal 1949 decide di intraprendere la difficile strada del designer freelance aprendo un suo studio di design.
1955 Moretti 1200 Spider (Vignale)
Lavorare in proprio e mettere in pratica liberamente le sue idee ed esprimere la sua personalità gli servì molto. I più importanti carrozzieri si disputarono da allora i suoi figurini. Allemano, Ghia, Boano, Bertone e Vignale commissionarono progetti e studi di carrozzerie, sfruttando la grande creatività di Michelotti. Ma vi fu una fitta collaborazione anche con i produttori cosiddetti “minori” di quegli anni: Balbo, Canta, Moretti, Savio, Scioneri e Viotti. Fino alla fine del 1960, quando si dota di una propria officina, Michelotti disegna vetture per tutti i più noti carrozzieri. Molto intensa e proficua fu la collaborazione con la Carrozzeria Vignale, per cui disegna alcune tra le più belle automobili mai realizzate.
1954 Ferrari 250 Europa GT Coupé (#0359GT) "Liliane de Rethy"
La sua lunga collaborazione con la Carrozzeria Vignale ha prodotto circa 150 Ferrari, tra cui alcuni capolavori immortali come la 340 Mexico per la Carrera Panamericana del 1952, la 212 Export Spider per i fratelli Marzotto nel 1951, le linee senza tempo della 250 GT (s/n 0359) per Liliane de Rethy, moglie di Re Leopoldo del Belgio nel 1954. Esemplari meravigliosi a cui possiamo aggiungere anche la fiammeggiante "Demon Rouge" su meccanica Fiat OttoVu, mostrata all'Expo di Torino del 1956.
1954 Vignale Fiat Demon Rouge
Per il suo estro e la serietà si impone all'attenzione delle Case estere che gli commissionano i disegni d'impostazione di prototipi e vetture di serie. Il tratto di Giovanni Michelotti è un misto di eleganza e aggressività, di slancio e dinamismo che piaceva molto e che non trascurava il “family feeling” di ciascuna casa committente.
Tra i primi clienti due importanti nomi stranieri: la BMW e la Triumph.
Per la Casa inglese Michelotti disegna la coupé Italia su meccanica TR3, la TR4, la TR5, la Spitfire, la Dolomite, la Stag, la serie 2000-2500; per la marca bavarese la collaborazione è altrettanto intensa: dalla piccola 700 del '59 alle varie 1800, 2000, 2002, 2800 degli anni sessanta-settanta.
1953 Ferrari 250 Europa (Vignale)
Il grande lavoro del binomio Michelotti-Vignale con i modelli Ferrari è forse la migliore espressione del talento dello stilista torinese. I poderosi motori costruiti a Maranello richiedevano uno stile che fosse altrettanto grintoso, ma anche capace di esaltarne la bellezza, in questo modo risultavano sbalorditive in tutti gli aspetti. Tra le tante, la Ferrari 250 Europa Vignale del 1953. Tra gli elementi più caratterizzanti del suo stile inconfondibile ci sono le vistose pinne posteriori, le ampie cromature, le linee fluide e movimentate, la verniciatura bicolore, la calandra ampia e decorata, le prese d'aria bombate sui cofani e gli sfoghi d'aria ovoidali sulle fiancate.
1959 Osca Fiat 1500
Tra le tante vetture realizzate ve n'è una che rende l'idea del suo estro creativo: la Osca Fiat 1500. Potrebbe sembrare una delle tante auto vetture dalla sua matita, ma l'auto esibisce per la prima volta una delle sue geniali "trovate": il padiglione a "pagoda", reso poi famoso dalla Mercedes, ma anche dalla Lancia Fulvia Coupè disegnata da Castagnero. Da gran signore qual'era, Michelotti non reclamò la paternità di quelle linee, ma questo portò ad un raffreddamento dei rapporti con il collega.
1969 Triumph TR5 Ginevra Prototipo nello stand Michelotti
In quegli stessi anni, sull’onda dei successi commerciali, diviene quasi lo stilista ufficiale della Triumph, per la quale disegna la “Dolomite“, la “Toledo” e realizza in soli 15 giorni, il prototipo, poi non prodotto, della TR 5 e poi presentato al Salone di Ginevra del 1969. Forse la più bella Triumph di Michelotti con una storia particolare.
Poco prima del Salone di Ginevra del marzo 1968, Michelotti stava per organizzare la presentazione della nuova Triumph Stag sul suo stand. Ma i direttori della Standard Triumph ebbero un improvviso ripensamento e decisero di esibire la Stag nello stand ufficiale Triumph. Questo lasciò Michelotti con uno spazio vuoto. Lo stilista non si perde d'animo e progetta un prototipo, che presenterà come evoluzione della TR5. Insieme ai dipendenti, agli amici ed ai familiari lavora in maniera frenetica per 15 giorni al fine di preparare questo prototipo, che viene chiamato TR5 Ginevra. Un esempio che ben descrive la serietà e la dedizione al lavoro che lo contraddistingueva.
1967 Ferrari 330 GT Coupè
Sul finire degli anni '60 Michelotti fa il grande passo: si dota di una propria officina dove costruisce modelli, prototipi ed auto in piccola serie, sia per le aziende con cui collabora sia a suo nome. Ed è di quegli anni '70 la collaborazione con il marchio olandese DAF, per il quale disegna numerose vetture "rinfrescando" un pò l'immagine della casa. Certo le DAF non sono proprio bellissime, ma realizza anche diversi prototipi dall'aspetto piacevole come la "55 Siluro" o la "Kini Beach Car".
1968 DAF 55 Siluro Prototipo
L'estro ed il talento di Michelotti si fanno valere anche negli anni '70, quando le linee si fanno più squadrate e si comincia a parlare di "wedge-line", le linee a cuneo. Sono di questo periodo diversi prototipi che seguono il filone di moda corrente, pur distinguendosi per alcune originalità che hanno sempre contraddistinto le sue creazioni. La Lancia Beta Mizar, prima vettura ad avere le quattro porte con apertura ad ala di gabbinano, la Matra Laser, costruita con una soglia laterale molto ampia per favorire la rigidità strutturale e canalizzare al meglio il sistema di raffreddamento.
1974 Lancia Beta Mizar
Purtroppo nel 1980 Giovanni Michelotti viene a mancare, a soli 58 anni, lasciando il figlio Edgardo a proseguire la sua attività.
1974 Ferrari 365 GTB/4 Daytona Group 4 NART Spyder
Fiat 132 Flares
1974 Fiat 126 Vettura Urbana