2006 ALFA ROMEO DIVA

Photo Credit: Archivio Prototipi.it

Quando, nel 2013, fu commercializzata l’Alfa Romeo 4C, il popolo degli Alfisti ebbe un fremito: finalmente era in vendita una sportiva compatta, leggera, molto maneggevole e soprattutto ad un prezzo accessibile. La precedente 8C, pur essendo una gran macchina, pagava forse il fatto di essere troppo grossa, potente e meno facile da guidare.

Ma già nel 2006 l’Alfa Romeo aveva allo studio una sportiva più vicina allo spirito del suo passato corsaiolo. La Alfa Romeo Diva Concept venne presentata al Salone di Ginevra del 2006. La vettura nasceva da una collaborazione tra il Centro Stile Alfa Romeo, il Centro Stile Fiat, la scuola di design Espera Sbarro e la Elasis. Disegnata dagli studenti della scuola Espera, ma supervisionata da Wolfgang Egger, la Diva montava il motore V6 Busso da 3,2 litri delle Alfa 156 GTA e 147, capace di erogare 290 CV.

La trasmissione era affidata ad un cambio robotizzato a sei rapporti. Pur non avendo mai effettuato test ufficiali, secondo Alfa Romeo la vettura poteva raggiungere, grazie al peso contenuto, i 270 kh/h.

Stilisticamente la Diva riprende alcuni caratteri della 33 Stradale reinterpretandoli in chiave moderna, dando vita ad una linea futurista, ma anche molto attenta ai principi aerodinamici. L’anteriore prende vita dal grande scudetto Alfa con appendici aerodinamiche che si allungano fino ai parafanghi sui quali fanno bella mostra i fari a Led che donano alla Diva uno sguardo affascinante ed intenso. La fiancata ha un andamento forte e deciso, segnato da pochi tratti che creano una linea affusolata, ma funzionale.

Gli sbalzi ridotti snelliscono il corpo vettura e le porte ad ala di gabbiano, incernierate sul tetto, le regalano una leggerezza stilistica. Le prese d’aria dietro le ruote anteriori sono il richiamo più esplicito alla 33 Stradale: collocate negli stessi punti e modellate sulle stesse forme risultano però con proporzioni più tese e dettagli più spigolosi.

Il posteriore viene definito dal cofano motore che, con una grossa finestratura mostra il glorioso V6 Busso. Anche i due terminali di scarico ovali sovrastati dalla grande ala contribuiscono a dare personalità al posteriore ed alle estremità i due gruppi ottici circolari sono molto intriganti.

Nonostante il grande successo di pubblico ottenuto al Salone, la Diva rimase un laboratorio viaggiante. In Alfa Romeo venne preferito produrre la 8C che consentiva profitti migliori. Della Diva resta il rammarico di non averla vista in produzione, anche se qualche tratto di questa vettura verrà trasmesso alla futura 4C.


Fonte: Buonocunto Mario
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