Il binomio "Bertone-Porsche" si era già materializzato nella filante roadster basata sulla piattaforma della 911 e svelata al Salone di Ginevra del 1966. Una meravigliosa interpretazione di una due posti aperta in stile italiano, commissionata al carrozziere torinese dal distributore Porsche della California.
Ventotto anni dopo, Bertone tornò sul tema di una Porsche modificata sviluppando una sorprendente concept car che forse non ha avuto il riconoscimento che meritava, ma era degna di ammirazione e rispetto. La Karisma, presentata a Ginevra nel 1994 era una interpretazione di coupè sportivo a quattro posti, realizzata in un momento la Porsche aveva accantonato l’idea di una berlina a quattro porte (la Type 989, antenata della Panamera).
Il lavoro di design ebbe inizio nell'aprile del 1993, usando una 911 (generazione 964) come base per la creazione. Come specificato dallo stesso Bertone, la Porsche non ebbe alcun ruolo diretto nella progettazione, infatti il team di designer della Bertone, guidato da Luciano D’Ambrosio, si procurò una 964 di seconda mano. Questo garantiva allo studio torinese una totale libertà creativa.
Realizzare un'auto con motore posteriore per quattro passeggeri era una bella sfida creativa, considerato che anche la stessa Porsche aveva desistito. La Karisma mostrava da ogni punto di vista soluzioni di superfice insolite ed innovative, un segno distintivo dello stile Bertone. Rispetto alla 964 il passo era stato allungato di 53 centimetri e gli sbalzi erano stati ridotti in modo da mantenere l’auto compatta, ma comunque spaziosa.
Molto particolare era la parte superiore della Karisma, con il suo parabrezza ampio ed i vetri laterali lunghi, che eliminavano il solito montante B e le porte con apertura ad ala di gabbiano. Gli inserti nella vetratura venivano abbassati elettricamente. L'interno della Karisma era rifinito elegantemente con pannelli in legno, indicatori Porsche e tappezzeria in pelle marrone scuro in tutta la cabina.
Su berline di queste dimensioni si vedono montanti posteriori enormi e ingombranti, ma il lavoro fatto alla Bertone fu completamente diverso, riuscendo a realizzare un montante posteriore sottile ed elegante. Il lunotto posteriore era curvo alla base, una caratteristica sorprendente dietro la quale si trovavano le luci posteriori della concept car. Questo ingegnoso design permetteva alla parte posteriore dell'auto di essere liscia come il sedere di un bambino.
Invece di nascondere il motore posteriore della Karisma, Bertone lo ha sfoggiato con un coperchio color titanio e con prese d'aria contrassegnate da scritte “Powered by Porsche”. Inserendo lo stemma Bertone sul muso, sulla coda e lungo i brancardi delle porte, la Karisma dichiarava la propria indipendenza dal pensiero di Weissach. In fondo l’idea era quella di lavorare sulle proporzioni e sul trattamento superficiale di una berlina GT compatta e non presentare un’ennesima evoluzione della 911.
Fonte: ArchivioPrototitpi.it
Image Credit: ArchivioPrototitpi.it