La leggenda racconta che l’importatore svizzero delle Ferrari insisteva affinché il "Drake" gli fornisse berlinette meglio accessoriate. Stufo di aspettare si mise in proprio, utilizzando carrozzieri italiani e motori Chrysler.
Con questa GT capace di toccare i 300 km/h voleva rubare clienti alle “Rosse”. Ne costruì solo quattro.
Dopo il debutto della “High Speed 375 S” (Salone di Ginevra, 1967), Peter Monteverdi, piccolo costruttore di Basilea, volle cimentarsi in un’altra più impegnativa sfida: il passaggio dalla configurazione con motore anteriore a quella con motore a centro macchina.
Conservò il robusto telaio a traliccio di tubi a sezione rettangolare, sul quale installò l’ultima versione del Chrysler V8, cioè l'"Hemi 426" (6974 cm³) che, alimentato da due Carter quadricorpo, erogava 390 CV a 500 giri/min.
Quell’enorme propulsore trovò posto a centro macchina, all’interno dell’abitacolo, immediatamente dietro i sedili del pilota e del passeggero.
La trasmissione automatica fu abbandonata per un cambio manuale ZF a cinque rapporti. Il prototipo esordì nel marzo del 1970 al Salone di Ginevra.
Dipinto in una tonalità unica di magenta chiamato "Purple Smoke", la Hai 450 SS prototipo ha debuttato al 1970 Ginevra Auto Show. La grintosa carrozzeria della nuova “Hai 450 SS”, allestita dalla Fissore di Savigliano (CN), era lunga 4,30 metri, larga quasi 1,80 e alta poco più di un metro. Il nome "Hai" stava per "squalo" in tedesco.
Il designer Trevor Fiore della Fissore è stato il responsabile per il suo stile accattivante, bassa, corta e aggressiva.
Una seconda Hai è stata realizzata con un passo più lungo e differenze minori, come le maniglie delle porte sistemate più in alto. La denominazione del modello è poi cambiato in "Hai 450 GTS. Per riflettere la nuova specifica, la concept originale è stata successivamente dipinta di rosso.
Monteverdi aveva inizialmente previsto la produzione di 49 esemplari, ma fu fermata dopo i due primi esemplari, probabilmente a causa del prezzo eccessivo (27.000 dollari) rispetto alle sue concorrenti dell'epoca.
Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: Monteverdi