La Savio Fiat Freely raccontata da Paolo Martin.
In questo progetto realizzato dalla Carrozzeria Savio, il filo conduttore era il seguente: lo studio di un veicolo tutto terreno polivalente a basso costo di produzione.
Fu scelta come base la Fiat Panda, essendo un veicolo leggero e versatile.
In primo luogo si è sviluppata la modularità, già graficamente proposta venti anni prima nel 1967 con la famosa “Ferrari Modulo”, ma ora riproposta in forma concreta.
Varie parti della carrozzeria, come l'anteriore, il posteriore, le porte, i brancardi, i passaruota, le fiancate e gli archi, esclusa la fanaleria, sono perfettamente uguali per limitare i costi.
Il parabrezza ed il volante erano abbattibili per poter ricavare un piano unico calpestabile ed utilizzabile per vari servizi, quali il trasporto di oggetti lunghi tipo pali o scale, il passaggio sotto ali di velivoli in aeroporti minori, la vivibilità temporanea in luoghi isolati o anche per un campeggio occasionale.
Per questo motivo era, stata montata una tenda simmetrica. Era anche disponibile un hard –top rigido.
Il veicolo non ebbe però un seguito produttivo, e questo avvenne per almeno un paio di cause principali: da un lato, l’aspetto “estroso” di certe soluzioni come la forma “a tenda” della copertura morbida; dall’altra, le dimensioni industriali della Carrozzeria Savio, che veniva ritenuta “minore” e che non ebbe molta visibilità nella stampa specializzata di allora.
Ora, dopo quasi trent’anni, il discorso modularità ritorna in considerazione e forse si potrebbe ripensare a certe soluzioni.
Le idee non hanno età.
Fonte: Paolo Martin
Image & Sketch Credit: Paolo Martin