Car Design Award 1990, questo prototipo presentato al Salone di Tokyo (Golden Marker Trophy 1989)
è un modellato scultoreo a tutto tondo con perfetto equilibrio fra emozione estetica e razionalità tecnica, pienamente coerente con la filosofia Pininfarina della ricerca del bello, esaltata dal carisma del cavallino rampante.
Partendo dalla prestigiosa meccanica della Testarossa si volevano evolvere e radicalizzare i temi di design legati all’arretramento dei radiatori che impongono una carreggiata posteriore decisamente più larga di quella anteriore. L’immagine che ne risulta è quella di due volumi che si intersecano, con l’abitacolo che fuoriesce da una coda decisamente più larga.
È stato privilegiato il tema delle vetture da corsa, così non è stato previsto un cupolotto per la protezione degli occupanti, né il montaggio dei cristalli laterali.
Nel posteriore, nella parte superiore, la fascia della fanaleria corre da fianco a fianco, sovrastata dall’ala-spoiler che ai lati si raccorda in continuo con le fiancate, mentre al centro poggia su un sostegno telescopico che, in funzione della velocità, lo alza di 300 mm in modo da accentuare l’effetto deportante e farla lavorare in una zona di flusso non disturbato.
Cofani, porte e tutta la pannelleria della carrozzeria sono realizzati in fibra di carbonio. Quadro, strumenti, plancia, rivestimenti porta e sedili sono gusci rivestiti in pelle.
L'auto, esposta in vari saloni, non è stata progettata per essere venduta al pubblico, ma più che altro come esercizio di stile, tanto è vero che la Pininfarina dichiarò la costruzione di un unico esemplare, conservato nello stabilimento di Cambiano; tuttavia alcune fonti indicano che il Sultano del Brunei, Hassanal Bolkiah, possegga due esemplari di quest'auto completamente operativi.
Fonte: Pininfarina
Image Credit: Archivio Prototipi.it
Sketches Credit: Pietro Camardella