La Dino Berlinetta è speciale per una miriade di motivi, non ultimo il fatto che l’impatto sul pubblico fu tanto positivo da convincere Enzo Ferrari a produrre la sua prima auto a motore centrale di serie, la 206-246 GT/GTS motorizzata con il V6 il cui progetto si doveva al figlio Dino scomparso nel 1956.
La Berlinetta Speciale fu costruita sulla base di una Dino 206S da competizione, con numero di telaio 0840; dal momento dei primi disegni di Aldo Brovarone, alla presentazione a Parigi, passarono soltanto sei mesi.
Esteticamente la vettura presenta una linea estremamente bassa e filante realizzata partendo da una semplice forma lenticolare, nella quale sono state ricavate le carenature per il tetto e le ruote. La parte frontale, molto scendente verso l’estremità anteriore, è stata studiata in modo da offrire la minor resistenza all’aria. Per questo anche i gruppi ottici anteriori sono racchiusi in una carenatura
in perspex, avvolgente, che continua il profilo ogivale della vettura.
Il cofano presenta una superficie completamente liscia, interrotta solamente da una feritoia regolabile per l’uscita dell’aria destinata al raffreddamento dell’acqua del radiatore.
I parafanghi, malgrado siano molto pronunciati per le grandi dimensioni dei pneumatici, si raccordano morbidamente alla fiancata.
La vista laterale è caratterizzata dalla particolare linea della cintura che progressivamente si sviluppa in altezza fino a terminare in una sezione tronca. Il parabrezza è notevolmente ampio. Il padiglione molto sottile e di dimensioni ridotte. Esso termina in un cristallo posteriore di disegno caratteristico, mentre lateralmente si prolunga fino all’estremità della coda.
Le luci laterali sono composte da due cristalli porte interamente scendenti e due cristalli posteriori fissi. Un diedro che corre lungo tutto il perimetro della fiancata ne alleggerisce l’insieme. Uno sguscio, di disegno originale, ricavato sotto le luci laterali, ha funzione di presa d’aria per i freni.
La parte posteriore, in cui è alloggiato l’imponente gruppo propulsore, termina con una sezione tronca; in essa sono sistemati i gruppi ottici posteriori che delimitano un doppio pannello con feritoie.
Il cofano motore è notevolmente ampio e si solleva completamente fino all’altezza del lunotto, in modo da consentire un pronto e facile accesso al motore.
Nell’interno la plancia portastrumenti, imbottita di materiale espanso, antiurto e antiriflesso, comprende gli apparecchi di bordo e i vari comandi. I due sedili speciali sono ricoperti in pelle. Il vano posteriore è dotato di apposite paratie imbottite di materiale antitermico.
Tutti gli elementi che costituiscono la struttura interna dell’abitacolo, compresi tetto e montanti, sono imbottiti di gommapiuma antiurto e rivestiti in pelle elastica.
Fonte: ArchvioPrototipi.it - Pininfarina
Image Credit: Alexis Boquet