La Alfa Romeo Giulietta Goccia è un esemplare unico che nasce dall’irripetibile unione di tre elementi: la base meccanica della Giulietta Sprint Veloce, lo stile di Giovanni Michelotti e le sapienti modifiche di Conrero.
L’auto ha una vita piuttosto movimentata che inizia nel 1957, quando lascia gli stabilimenti del Portello con le sembianze di un’Alfa Romeo Giulietta Sprint Veloce (Tipo 750E, numero di telaio #04718). I primi esemplari di questo modello hanno un allestimento molto spartano, quasi da macchina da corsa. I finestrini scorrevoli in plexiglas, così come l’assenza del divanetto posteriore, sono dettagli mirati a contenere il peso della vettura. In fin dei conti i clienti sportivi non si preoccupano dello scarso comfort e guardano più che altro alle prestazioni, pensando magari di utilizzare la loro Giulietta anche in gara.
Qualche anno dopo la Giulietta #04718 viene ricarrozzata, seguendo una moda piuttosto diffusa tra i piloti di allora. La trasformazione è opera dello specialista milanese Zagato, capace di realizzare una carrozzeria più aerodinamica di quella di serie.
Nel medesimo periodo la vettura abbandona la configurazione SVZ per assumere una veste ancora più insolita. Nel 1961 la Giulietta #04718 riceve una nuova carrozzeria in alluminio disegnata da Giovanni Michelotti, uno dei designer automobilistici più prolifici in assoluto (in carriera firma circa 1.200 vetture).
Lasciando inalterato il passo, Michelotti definisce una silhouette bassa e slanciata, caratterizzate dalle linee arrotondate tipiche di quegli anni. Grazie alla calandra a tre lobi il frontale mantiene un forte family feeling con gli altri modelli Alfa Romeo, mentre i gruppi ottici carenati sono molto favorevoli dal punto di vista aerodinamico.
La linea del padiglione bassissimo e l’andamento della coda fastback ricordano un’altra celebre creazione dello stesso designer, l’Alpine-Renault A110. Rispetto alla berlinetta francese la Goccia ha una coda più arrotondata, non ancora influenzata dai dettami del professor Kamm. Da questo punto di vista appare meno moderna dell’Alpine, dotata invece di coda tronca. Semplicemente meravigliose le maniglie delle porte a bacchetta, retaggio delle auto sportive degli anni Cinquanta.
Il cuore di questa specialissima Alfa Romeo Giulietta è l’apprezzato bialbero da 1.290 cc. che ha debuttato sulla Sprint Veloce del 1956. Alimentato da due carburatori Weber doppio corpo, mostra una naturale propensione a salire di giri grazie alla sua configurazione quasi “quadra” (alesaggio 74 mm, corsa 75 mm). Le sapienti modifiche dell’officina Conrero si traducono in una potenza massima di circa 130 cv, notevolissima in rapporto alla cilindrata.
Anche ai giorni nostri infatti non è così frequente trovare un motore aspirato con una potenza specifica prossima ai 100 cv/litro. Grazie a questo propulsore eccezionale, alla raffinata aerodinamica e al peso di soli 750 kg la Goccia Michelotti supera i 220 Km/h.
Fonte: www.Gigleur.it
Image Credit: Michelotti - Paolo Martin - Michel Zumbrunn