STristemente, un'auto che poteva essere, ma non è stata. Nonostante fosse stata accolta con entusiasmo al Salone di Birmingham del 1984, l'auto non riuscì ad avere un seguito produttivo a causa delle turbolenze finanziare della Lotus.
Gli ingegneri Lotus a quel tempo stavano lavorando ad un nuovo sistema di sospensioni attive per le macchine da Formula 1 dell'azienda, un progetto che sarebbe finito anche sulle auto da strada.
Colin Chapman era scomparso un paio di anni prima, ma aveva lasciato all'ingegnere capo dell'azienda Tony Rudd il compito di costruire un nuovo motore V8 (nome in codice Type 909).
Quando la Lotus Etna è stata presentata a Birmingham, si era deciso che sarebbe stata la prima Lotus a ricevere questa sofisticata sospensione, con il controllo della trazione, l'ABS e l'annullamento del rumore e, ovviamente, il motore V8 di 4.0 litri progettato da Tony Rudd, ma ideato da Chapman.
Anche se assomigliava ad una vettura completamente operativa, la concept Etna era in realtà un modello stilistico di legno, argilla e fibra di vetro.
La Lotus si era occupata dell'ingegneria in-house, mentre aveva commissionato alla Italdesign di Torino la progettazione stilistica della Etna spedendo un telaio allungato della Esprit in Italia.
Quello che è tornato era un bel design aerodinamico, ma era stato creato per stimolare l'interesse per la versione di produzione, piuttosto che essere una rappresentazione completamente funzionale.
Le difficoltà finanziarie della Lotus hanno messo il progetto Etna in disparte, ma i vertici della GM, (a cui Lotus apparteneva), nel 1986 ha spento tutte le speranze.
I prezzi dei carburanti sempre crescenti hanno portato i nuovi proprietari a credere che alla Lotus sarebbe servita più un'auto sportiva a buon mercato piuttosto che una supercar totalmente fuori mercato.
Nel 2001 l'auto è entrata nella notevole collezione Lotus di Olav Glasius. Glasius ha voluto risuscitare l'Etna dal suo stato ormai decrepito ed ha assunto un ex ingegnere della Lotus, Kenus Myers.
Dopo aver valutato i lavori necessari per riportare l'Etna alla sua gloria del 1984, Myers si è imbattutto in qualcosa di inaspettato: sotto gli strati di argilla e fibra di vetro c'era un cambio e, soprattutto, un motore di tipo 909.
Sono stati costruiti solo due motori tipo 909. Un era stato conservato dalla Lotus.
Ma quando la Lotus aveva spedito il telaio Esprit alla Italdesign, aveva inviato anche il motore e il cambio per aiutare Giorgetto Giugiaro con l'assemblaggio della sua creazione. A seguito di questa inattesa scoperta, Glasius affidò a Myers l'arduo compito di trasformare il modello di design in una macchina funzionante, un lavoro che includeva la progettazione e la costruzione del resto delle meccaniche della vettura, tra cui la sospensione, che fu presa in prestito da una Esprit.
Anche tutto il tetto in Perspex dovette essere rifatto, dopo che il vento lo aveva sollevato via durante un trasporto sulle autostrade inglesi. Dopo appena un anno di lavoro, Myers riuscì a far sfilare la Lotus Etna a Goodwood con le proprie ruote.
Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Source: Italdesign Giugiaro