La vita di questa 212 Inter iniziò come 49° esemplare dei 73 costruiti. Il montaggio fu completato alla fine dell'estate del 1952 come telaio n. 0233 UE (in uno dei primi usi del suffisso UE, che significava che il modello era destinato in Europa).
Il telaio fu inviato alla Ghia di Torino e rivestito con una carrozzeria unica, con molti spunti derivati dai design fatti in collaborazione con Virgil Exner.
L'elegante stile del parafango e i trattamenti della calandra richiamano spunti simili trovati su auto da esposizione come la Ghia GS1 e la Chrysler D'Elegance.
Come ogni modello di lusso anche la Ferrari 212 Inter di Ghia era rifinita con interni particolarmente sontuosi che abbondavano in dettagli ergonomici, come il bracciolo imbottito della console.
La 212 Inter di Ghia debuttò al Motor Show di Parigi nell'ottobre del 1952, nello stand della Ferrari, di fianco allo stesso modello in versione cabriolet con carrozzeria Pinin Farina.
Fu lì che la macchina fu adocchiata per la prima volta dal suo futuro proprietario, Juan Domingo Perón, Presidente dell'Argentina.
Un leader controverso, adorato e diffamato dal suo stesso popolo, Perón salì al potere in piena "Guerra Fredda" con un programma populista, e l'ideologia che ha preso il suo nome, il peronismo, vive ancora oggi in elementi dell'attuale politica argentina.
Appassionato di automobilismo, Perón era famoso per aver accumulato un'immensa collezione di automobili lussuose, dalle Ferrari alle Packard. Amava correre ed è stato un finanziatore chiave delle carriere di due astri nascenti del paese, Juan Manual Fangio e Froilan Gonzalez, sostenendo il loro ingresso nel 1950 a Le Mans con una Gordini, e aiutando in modo significativo la carriera di Fangio in Formula 1.
Perón finanziò anche la costruzione di un circuito di Formula 1 a Buenos Aires, chiamato Juan Perón Circuit, e creò dal niente una società automobilistica finanziata dallo stato, denominata Justicialista.
Dopo aver visto la coupé Ghia a Parigi nell'ottobre del 1952, Perón la acquistò tramite un intermediario a Roma. È probabile che il Presidente abbia voluto minimizzare qualsiasi pubblicità relativa al suo acquisto e alle sue conseguenze fiscali, proprio mentre affrontava un crescente controllo nel suo paese.
Le tasse di importazione argentine per le auto di lusso nuove erano notoriamente alte, e per questo motivo, presumibilmente, la macchina tornò a Maranello in modo che potesse assumere l'identità di un'auto usata, la cui targa era MI 197153.
Questa registrazione era in uso su un'altra Ferrari di Ghia, il telaio 0191 EL, e in fabbrica dovettero fare una rinumerazione del telaio, per dare una nuova identità all'auto.
È importante notare che questo scambio di numeri non comportò alcuno scambio di carrozzeria, telaio o motore; il tutto si limitava ad uno scambio dei numeri di telaio, solo per l'avversione di un cliente potente verso le tasse e qualsiasi pubblicità sfavorevole associata ai suoi gusti stravaganti.
Nel 1955, Juan Perón fu estromesso dal potere con un colpo di stato militare, e dopo essere fuggito dal paese, la coupé Ghia rimase in Argentina, passando da vari rivenditori fino agli anni '70. Al momento l'auto dovrebbe essere di proprietà di un collezionista americano
Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: Darin Schnabel