Una delle aspirazioni più stimolanti di Nuccio Berone è sempre stata quella di approdare negli Stati Uniti. Già nel 1963 si cimenta con successo con la meccanica dell'allora nuovissima Chevrolet Corvair, realizzando la Testudo, un rivoluzionario coupé che lo pone all'attenzione dei grandi media internazionali e dei maggiori costruttori americani.
Venti anni più tardi, Bertone esplora le possibilità di un approccio al mercato Usa creando la Ramarro, laboratorio di sperimentazione tecnologica applicata a una meccanica di grande serie. Il prototipo viene realizzato, appunto, sul telaio dell'ormai celebre Chevrolet Corvette.
La concept punta a una diversa disposizione di alcuni organi meccanici, nell'intento di valorizzare al massimo l'aspetto formale. Il radiatore e il condizionatore vengono spostati nella parte posteriore del veicolo, le porte ad apertura scorrevole traslate anteriormente.
Per finire con il padiglione a vetratura totale, ultimo accorgimento progettuale attraverso il quale si è voluto armonizzare una dichiarata funzione estetica con l'applicazione di tecnologie altamente sofisticate. Più corta di 33 cm rispetto alla Corvette di serie, la Ramarro appare a tutti un esempio di design industriale di rara bellezza.
Viene presentata ufficialmente a Los Angeles poco prima delle Olimpiadi e inviata poi in "tournée" presso tutti i Saloni dell'Auto del mondo.
Un anno più tardi, la Ramarro viene insignita del Car Design Award da una giuria composta dalle più qualificate riviste specializzate europee e americane. Il riconoscimento avviene "per le idee coraggiose, integrate in uno studio di immagine capace di infondere una personalità nuova alla Chevrolet Corvette".
Fonte: ArchivioPrototipi.it
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