La Lamborghini Countach è una vettura sportiva ideata dalla Carrozzeria Bertone e poi prodotta dalla Lamborghini. Progettata dall'ing. Paolo Stanzani, con la linea disegnata da Marcello Gandini (lo stesso che ha disegnato auto prestigiose come la Lamborghini Miura, la Alfa Romeo Montreal e la Lancia Stratos) che all'epoca lavorava per Nuccio Bertone.
Il prototipo venne presentato nel 1971 e la produzione della vettura terminò nel 1990, quando dopo quasi 20 anni di produzione lasciò il posto alla Diablo. Questa vettura fece conoscere a tutto il mondo la carrozzeria con lo stile a cuneo.
Il nome della vettura deriva, a differenza di molti altri modelli, non da una razza di tori da combattimento, ma da un'espressione in lingua piemontese che esprime stupore e meraviglia, traducibile in italiano con "accidenti!". Sembra sia stata pronunciata da un addetto alla sicurezza della Carrozzeria Bertone quando ormai a notte fonda accompagnò l'ing.Stanzani in clamoroso ritardo a visionare il prototipo della vettura ormai pronto.
Il design a cuneo della vettura si deve a Marcello Gandini che allora era un giovane designer della Bertone e che aveva già disegnato nel 1968 la show car Alfa Romeo Carabo da cui la Countach riprende parecchie soluzioni stilistiche come le portiere e il taglio del parabrezza e dei finestrini.
In seguito Gandini realizzerà anche la Fiat X1/9 e la Lancia Stratos, tutte caratterizzate da questo particolare stile. La vettura era molto larga e bassa (1,04 m) e si riconosceva subito per le sue linee diritte e ad angolo. La caratteristica fondamentale della vettura era data dalle porte che, incernierate sul davanti, si aprivano ruotando verso l'alto.
Questa caratteristica però non era un puro esercizio di stile ma era legata alla difficoltà, data la larghezza della vettura, di dotarla di porte ad apertura laterale che nell'uso normale si sarebbero potute rivelare troppo ingombranti.
La carrozzeria della vettura era realizzata con pannelli trapezoidali di alluminio, utilizzati anche nelle costruzioni aeronautiche, montati su un telaio tubolare in acciaio. Per quanto questa costruzione fosse molto costosa, garantiva anche la realizzazione di un telaio che fosse nello stesso tempo leggero e rigido. Le parti inferiori della carrozzeria erano realizzate in fibra di vetro. Il gruppo fari anteriore era a scomparsa.
Il motore che doveva essere montato sulla vettura era il famoso Lamborghini V12 portato alla cilindrata di 4 971 cm³.
Per la produzione in serie però questo motore venne accantonato, a causa di alcuni problemi di sviluppo e soprattutto a causa della poco felice situazione economica in cui versava l'azienda in quel periodo, per cui la vettura venne motorizzata con il V12 da 3 929 cm³, già montato trasversalmente sulla Miura ed adattato alle nuove specifiche: disposizione longitudinale con cambio nell'abitacolo ed albero di trasmissione che riporta il moto alle ruote posteriori raggiungendo il differenziale mediante un apposito passaggio ricavato all'interno del blocco motore, sotto all'albero a gomiti.
La sigla LP 400 che contraddistingue la vettura di serie sta appunto ad indicare la disposizione del motore e la cilindrata.
Tale scelta di disporre il propulsore longitudinalmente rispetto al corpo vettura e davanti all'asse posteriore, col cambio posto ancora più avanti, fu fatta per concentrare al massimo i pesi verso il centro della vettura, seppur dovendo concedere qualcosa in merito all'altezza del baricentro.
Nel 1971 venne presentato, al Salone dell'automobile di Ginevra, il primo prototipo della vettura. La sua sigla era LP500 dove il 500 indicava la cilindrata (5 000 cm³) del motore ed LP stava per la posizione dello stesso, longitudinale posteriore.
Il motore montato sulla vettura era il V12 di 4.971 cm³ a doppio albero a camme in testa. La potenza fornita era di 440 CV DIN (328 kW) a 7.400 giri al minuto. Ad alimentare questo motore erano sei carburatori Weber 42 DCOE. L'impianto frenante era costituito da dischi autoventilanti. La velocità massima era dell'ordine dei 300 km/h. La carrozzeria era dipinta in un fiammante Giallo Girasole.
Durante i test vennero apportate al prototipo diverse modifiche. Per garantire un migliore raffreddamento furono ingrandite le prese d'aria poste nella parte posteriore e furono introdotte delle prese d'aria tipo NACA sui fianchi. Nella costruzione del prototipo erano stati utilizzati dei pannelli a nido d'ape in alluminio che però non verranno utilizzati nelle vetture di produzione.
Questa vettura, che rimase un esemplare unico, concluse la sua carriera facendo da cavia nel crash test di omologazione per la Countach, svolto presso l'isituto M.I.R.A. di Londra.
Prima di entrare in produzione furono costruiti altri due prototipi, che potremmo definire esemplari di pre-serie, dotati di luci posteriori funzionanti e di un abitacolo meno avveniristico ma decisamente più funzionale. Il primo, di un colore rosso acceso, fu presentato al salone di Ginevra del 1973. Il secondo, di colore verde, fu presentato al salone di Parigi dello stesso anno.
Pochissime furono le differenze tra quest'ultimo esemplare e quelli di serie; ricordiamo solamente i finestrini laterali (a due elementi nel prototipo ed a tre negli esemplari di serie). Attualmente questo prototipo è esposto presso il museo "Automobili Lamborghini" a S.Agata Bolognese.
Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Source: Carrozzeria Bertone